La grondaia è un canale di scolo per acque meteoriche(acqua piovana e neve).
Tale sistema di raccolta limita gli effetti di dilavamento dell'acqua sulla superficie esterna di un edificio, che ne comporterebbero il deterioramento, oltre a consistenti danni estetici di varia natura.
Senza costruire un idoneo sistema di raccolta, infatti, l'acqua colerebbe lungo le pareti, trascinando sporcizia, detriti, ma anche agenti fisici e chimici potenzialmente aggressivi, generando chiazze e striature molto visibili e provocando a lungo termine un'azione di danneggiamento e degrado per le finiture esterne e talvolta anche la penetrazione dell'acqua in locali interni, attraverso i serramenti.
Secondo la norma UNI 10724 materiali generalmente impiegati per le grondaie e per i pluviali sono:
1. acciaio zincato;
2. acciaio inox;
3. alluminio e sue leghe;
4. PVC-rigido;
5. rame;
6. zinco-titanio.
Per realizzare questo sistema di scolo, viene agganciata mediante tasselli o cicogne, sul perimetro della copertura a pochi centimetri dal bordo, una canaletta di raccolta, detta grondaia, che convoglia l'acqua in apposite tubazioni, dette pluviali, fino a raggiungere il pozzetto di raccolta collegato alle fognature.
Per far scorrere l'acqua, la grondaia deve avere una leggera pendenza: la pendenza minima per il convogliamento della acque pluviali è di un centimetro per metro di lunghezza e si simboleggia 1%.
La tipologia della grondaia e dei pluviali dipende dalla quantità e dal tipo di precipitazioni atmosferiche ed anche dalla forma del tetto.
Una copertura complicata, interrotta frequentemente, con molte falde e formata da tetti a quote variabili, presenterà un sistema di scolo delle acque molto complesso e dispendioso, talvolta anche con conseguenze negative sull'impatto estetico dell'opera.
I criteri per la progettazione di un sistema di smaltimento delle acque piovane sono contenuti nella norma UNI 10724 (Sistemi di raccolta di acque meteoriche - Istruzioni per la progettazione e l'esecuzione con elementi discontinui).
Senza entrare nel dettaglio, la norma indica le caratteristiche dei materiali, le soluzioni costruttive e le problematiche che il progettista e l'installatore devono considerare.
Una grondaia deve essere ben fissata alla copertura dell'edificio; pertanto deve essere in grado di sopportare i carichi dovuti all'azione del vento e della neve, nonché i carichi concentrati (per esempio quando si appoggia una scala).
La norma indica anche il dimensionamento idraulico (dipendente dalla superficie del tetto), il posizionamento dei pluviali, il loro fissaggio e le tecniche per assorbire le dilatazioni termiche. Il tubo pluvialeè parte integrante dei sistemi di raccolta delle acque piovane.
La pioggia che cade sulla copertura del tetto, viene fatta cadere all'interno della grondaia dando una pendenza al tetto.
Una volta nelle grondaie, l'acqua viene fatta defluire in prossimità degli spigoli oppure ogni 10 metri circa all'interno dei tubi pluviali.
Il diametro degli stessi varia dai 60 ai 120 mm per le comuni abitazioni, tenendo conto che maggiore è la distanza tra i tubi e maggiore dovrà essere il loro diametro.
Il sistema di fissaggio è caratterizzato da un collare stretto intorno al tubo, ancorato al muro tramite un tassello o un crossano.
Per evitare l'ostruzione da detriti, si scelgono filtri opportuni in base al tipo di impianto.
Ad esempio, il filtraggio può essere esterno se operato dai fermafoglie, gabbiette di materiale metallico o plastico poste sull'apertura dei tubi, o interno, se si adottano sistemi di raccolta detriti da installare sulle condotte. La lattoneriaè l'attività della lavorazione e messa in opera di lamiere di varia natura, formati e spessori.
Esistono diversi tipi di materiali impiegati in lattoneria come l'acciaio inox, il rame, la lamierazincata, la lamiera preverniciata, l'allumiinio preverniciato, l'alluminio naturale e lo zinco-titanio.
I vari tipi di materiali vengono comunemente commercializzati sotto forma di rotoli di varie dimensioni e peso; la larghezza del nastro può variare in base alle richieste del lattoniere, ma in genere si impiegano delle larghezze standard cosiddette "sviluppi", ricavati da rotoli (coils) più grandi con larghezze sottomultiplo di 100, 125 e 150 cm.
Lo sviluppo non è altro che la dimensione in centimetri della larghezza del nastro, e viene impiegato l'abbreviativo "sv.".
La lamiera viene generalmente sagomata e piegata mediante l'impiego di piegatrici a bandiera o pressopiegatrici elettriche, oleodinamiche o manuali nelle produzioni artigianali.
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