Quando si parla di isolamento termico di un edificio si fa riferimento all'utilizzo di tutte quelle soluzioni tecnologiche e costruttive da adottare nella nostra casa in modo da ridurre le perdite di calore verso l'esterno durante la stagione invernale e l'ingresso del calore in casa durante la stagione estiva.
L'isolamento termico di una casa va progettato, va definito l'involucro e la scelta e l'associazione dei materiali va fatta con particolare cura, in quanto la loro collocazione ha una notevole incidenza dal punto di vista energetico.
Quando si progetta termicamente una casa bisogna pensare all'edificio come una scatola chiusa ma non sigillata, all'interno della quale la temperatura di comfort deve mantenersi sempre costante, una scatola che deve farsi condizionare il meno possibile dalle differenze di temperatura che ci sono all'esterno.
L‘isolamento termico però deve essere fatto a regola d'arte. Isolando inoltre si contribuisce alla riduzione delle emissioni di sostanze nocive ed inquinanti, riducendo sensibilmente i consumi di combustibile da fonte fossile.
Infatti se si ha caldo oppure freddo in casa, non sempre è sufficiente provvedere ad un settaggio diverso nelle impostazioni degli impianti di riscaldamento e raffreddamento,
molto più spesso la causa di questa problematica va ricercata nell'isolamento termico.
L'isolamento termico di un edificio è uno dei parametri fondamentali che ci permette di determinare il grado di riscaldamento di una casa, che però in parte è anche condizionato dalla temperatura impostata attraverso i radiatori o i condizionatori.
Migliore è il parametro di isolamento termico, migliori saranno raffrescamento e riscaldamento e, soprattutto, minore sarà la spesa relativa agli impianti.
Questo aspetto dell'isolamento termico però si sta ampiamente diffondendo solo in questi ultimi anni, infatti per le abitazioni costruite a ridosso degli anni Sessanta e Settanta, bisogna fare i conti con una scarsa sensibilità al problema e con pareti e coperture mal isolate e mal progettate dal punto di vista termico.
Motivo per il quale si ha la necessità di dover ricorrere a delle soluzioni alternative per risolvere il problema, poiché questo in fase di costruzione non è stato proprio contemplato.
L'importanza dell'isolamento termico si fa sentire soprattutto in ambienti come mansarde e sottotetti, negli appartamenti siti all'ultimo piano di un palazzo, nelle villette isolate e in tutte le case dotate di stanze dai soffitti molto alti. Essenzialmente riguarda pareti e coperture ed è fortemente influenzato dalla tipologia costruttiva dell'immobile, dall'esposizione e dal clima del luogo in cui è stata edificata la casa.
Se si coibenta in modo corretto un edificio si ottiene un risparmio notevole in termini di spesa energetica, che è all'incirca pari al 20%.
Le circostanze alle quali possiamo assistere sono molteplici e quindi di conseguenza cambiano le parti della struttura su cui possiamo intervenire. Infatti facciamo distinzione anche in termini di tecniche di isolamento a seconda se stiamo parlando di pareti, tetti, ecc. Isolamento a parete
Isolare le pareti esterne di un edificio esistente, non è cosa facile. Innanzitutto bisogna capire la natura dei muri ed una volta definita questa si potrà procedere con la scelta degli interventi di isolamento a parete che possono essere utilizzati.
Ad esempio se le pareti sono state realizzate in mattoni a doppia fila o in calcestruzzo, presenteranno una intercapedine vuota al loro interno, pertanto una possibile soluzione potrebbe essere quella di riempire questa intercapedine con del materiale isolante.
Se consideriamo invece i muri esterni, questi possono essere trattati con il cappotto termico.
Di solito questo trattamento che utilizza la tecnica del cappotto, sia interno che esterno, viene preferito in situazioni in cui l'escursione termica tra la notte e il giorno è molto forte.
La tecnica di per sè è molto semplice, prevede l'utilizzo di pannelli di fibra minerale che vanno applicati alla parete stessa, la scelta dell'applicazione all'interno o all'esterno verrà fatta in funzione delle diverse esigenze.
La tecnica dell'isolamento a cappotto, va ad inficiare su quella che è l'estetica dell'edificio, infatti bisogna sempre considerare questo aspetto, soprattutto se stiamo considerando un edificio che ha un pregio storico o è sottoposto a vincolo.
Un'altra valida tecnica da considerare è quella delle pareti ventilate, queste sono formate da due pannelli, di cui quello esterno più spesso rispetto a quello interno, la caratteristica delle pareti ventilate è quella di presentare all'interno una camera d'aria, riempita solitamente da lana di roccia. In questo modo si ottiene un isolamento capace di raggiungere ottimi livelli di comfort e quindi una sensazione di benessere per chi abita la casa.
Il riempimento dell'intercapedine però non è necessario, infatti la sola presenza di aria è in grado di permettere una corretta traspirazione del vapore.
A volte però si possono presentare delle situazioni per cui intervenire dall'esterno non è possibile, in questi casi bisognerà operare dall'interno, procedendo quindi con l'applicazione di pannelli in sughero sulle pareti, questi pannelli realizzati appunto in sughero che costituisce coibentante naturale, forma delle vere e proprie contropareti all'interno dell'abitazione.
Questi pannelli sono molto semplici da posare in opera, infatti si acquistano già pronti e possono essere montati anche da chi non ha alcuna esperienza con le opere murarie. Isolamento termico per la copertura
Il problema dell'isolamento termico all'interno di una casa, può essere approcciato anche intervenendo sul tetto, o sulle coperture in genere, soprattutto se stiamo considerando locali mansardati oppure appartamenti posti all'ultimo piano. Questo perché il calore che viene prodotto all'interno di una casa tende, per leggi fisiche, a salire verso l'alto, anche perché l'aria calda è più leggera dell'aria fredda, quindi si assiste al fenomeno di dispersione del calore attraverso le superfici di copertura, che può arrivare anche a valori che si aggirano intorno al 45%.
Bisogna quindi procedere con un corretto isolamento termico per il tetto.
Per capire se una superficie orizzontale, quindi un solaio o un tetto di copertura costituiscono fonte di dispersione del calore basta toccare e verificare se i rivestimenti sono freddi o meno anche con i riscaldamenti accesi.
Tra le tante tecnologie per isolare il tetto inclinato quella migliore è sicuramente il tetto ventilato.
Questa tecnica prevede che l'isolante sia posto al di sotto delle tegole, lasciando però tra le due parti una camera d'aria il cui spessore si aggira tra i 6-8 cm. Altra soluzione possibile è quella di applicare dei pannelli isolanti direttamente sulla superficie e secondo sempre le regole della bioedilizia, di preferire l'utilizzo di materiali naturali o minerali, come il feltro in lana di vetro o di roccia.
Quando si sceglie il materiale isolante da utilizzare per il tetto, bisogna tener presente la norma UNI 10351, che indica le modalità di misurazione dei valori di isolamento specificando che questi devono essere misurati alla temperatura di 20°C e inoltre indicando in modo chiaro e dettagliato le differenze che possono sussistere a seconda del contesto climatico e atmosferico che stiamo considerando.
A seconda della zona climatica infatti si definisce anche lo spessore che questi strati isolanti devono avere: nel Sud Italia è sufficiente uno spessore di tre centimetri, mentre al Nord si può arrivare perfino a dodici centimetri.
Se invece la superficie di copertura non è un tetto inclinato realizzato con tegole, ma è una comune copertura piana allora assisteremo al caso in cui le escursioni e le dispersioni termiche saranno maggiori. Pertanto per ovviare a questo problema si può procedere con uno strato di coibentazione esterna che potrebbe essere associato ad una controsoffittatura interna. Questo sempre con l'obiettivo di alzare i livelli di comfort dell'ambiente che stiamo andando ad isolare termicamente. Caratteristiche e tipologie dei materiali isolanti
La scelta del materiale isolante, è strettamente legata agli scopi e ai luoghi per i quali dovrà essere impiegato. Il parametro che caratterizza e di conseguenza differenzia i vari materiali isolanti tra loro è il coefficiente di conducibilità termica.
Questo parametro indica la capacità del materiale di trasmettere il calore.
Affinché un materiale possa essere definito isolante deve avere un basso valore di conducibilità, quindi il calore si deve accumulare facilmente, e deve essere rilasciato il meno possibile.
Su una scala di valori vengono ritenuti buoni isolanti quei materiali che hanno un valore di conducibilità termica inferiore a 0,10.
Altre caratteristiche che influenzano la capacità isolante di un materiale sono il peso specifico e il contenuto di umidità, quando anche questi due valori sono bassi ci troviamo ad avere a che fare con un buon materiale isolante.
Essenzialmente possiamo identificare quattro gruppi di famiglie di isolanti che appunto si differenziano tra di loro in base alla loro composizione.
Abbiamo gli isolanti sintetici, gli isolanti minerali, gli isolanti vegetali e gli isolanti di origine animale. Gli isolanti sintetici sono dei composti a base chimica, e tra tutti i materiali isolanti disponibili in commercio sono quelli più diffusi, proprio in virtù del loro costo molto contenuto.
Ma oggi proprio perché nei lavori di ristrutturazione si guarda al benessere dell'ambiente, si tende a limitarne sempre più l'uso, data la difficoltà di riciclo e la scarsa salubrità, legata ad una bassa traspirazione.
Fanno parte degli isolanti sintetici le schiume, il poliuretano espanso, il polietilene e il polistirene estruso.
Schiumati e poliuretano espanso, ad esempio, sono ideali per le intercapedini, mentre per le pareti e per i solai e i pavimenti si preferiscono i pannelli negli stessi materiali, solitamente venduti in rotoli, come ad esempio il polistirene espanso. Gli isolanti di origine minerale sono molto usati in edilizia. Questi isolanti vengono ricavati dalle rocce, è sono delle ottime soluzioni quando l'abitazione presenta delle infiltrazioni o troppa umidità.
Questi isolanti non sono combustibili ed hanno un'ottima resistenza nei confronti delle muffe. Rientrano in questa categoria i feltri, l'argilla espansa, la vermiculite e la perlite. I feltri sono quelli dalla posa meno agevole, poiché devono essere maneggiati con estrema cura, in quanto le fibre non devono essere assolutamente respirate. Vengono utilizzati per qualsiasi tipo di isolamento, tranne che per le intercapedini, nelle quali si preferiscono l'argilla espansa o vermiculite e perlite. Gli isolanti di origine vegetale invece sono ricavati dal legno o dalla cellulosa. Il più famoso e diffuso esempio di questa categoria è senza dubbio il sughero.
Questo materiale è molto usato poiché è igienico, incombustibile, riciclabile e durevole, quindi viene preferito rispetto agli altri anche per la sua semplicità di applicazione.
Il costo del sughero è un po' alto ma questo può essere usato, in diverse forme, sia nelle intercapedini che nei pannelli a parete o nei ponti termici.
Le fibre di cocco e iuta sono altri isolanti di origine vegetale, utili solo in combinazione con altri elementi, poiché da sole forniscono un isolamento termico parziale. Gli isolanti di origine animale, un esempio è la lana, tra tutte le tipologie di isolanti naturali, questa è quella meno utilizzata, talvolta è inserita nelle intercapedini o è messa come supporto.
I materiali isolanti per poter essere utilizzati in edilizia devono avere anche altre caratteristiche oltre l'efficacia isolante. E' di fondamentale importanza che questi materiali isolanti siano atossici, devono essere stabili, ovvero risultare inattaccabili da parte di microrganismi come muffe o parassiti, devono essere capaci di resistere al fuoco in caso d'incendio.