Le riserve d'acqua potabile sono essenziali alla vita e devono pertanto essere assicurate anche per il futuro; lo spreco legato ad un consumo smoderato deve essere assolutamente evitato.
Le torride estati degli ultimi anni ci hanno dimostrato quanto l'acqua potabile sia diventata un bene appena sufficiente per il fabbisogno umano e che non è più considerabile un bene inesauribile. Con un occhio di riguardo per le generazioni future è quindi particolarmente importante promuovere un impiego consapevole delle risorse d'acqua potabile.
Le esperienze maturate sul campo fino ad oggi hanno dimostrato che l'acqua piovana può essere impiegata, nel rispetto della normativa e delle direttive vigenti, senza alcun timore sia nel settore privato (ad uso domestico e nelle piccole imprese), sia in quello pubblico.
Per mezzo delle più moderne tecnologie e di positive esperienze ad oggi maturate, si garantisce la perfetta funzionalità e la totale assenza di rischio igienico circa la raccolta dell'acqua piovana e il successivo riutilizzo. L'acqua così recuperata potrebbe essere impiegata per l'irrigazione dei giardini, per scarichi di WC e di lavatrici.
Un sistema di recupero dell’acqua piovana è solitamente composto da 4 elementi: una superficie di raccolta (nella situazione più classica si tratta di un tetto), un sistema di convoglio (generalmente costituito da una grondaia), un condotto di drenaggio che conduce l’acqua piovana recuperata in un contenitore di stoccaggio.
Le classiche grondaie per il recupero dell’acqua piovana sono disponibili in una molteplice varietà di materiali, quelle più diffuse sono in acciaio zincato, rame o PVC. Una volta recuperata, l’acqua piovana può essere utilizzata per uso domestico, per la cura del giardino, per le toilettes… più raramente,l’acqua piovana recuperata viene trasformata in acqua potabile dopo aver subito un ulteriore trattamento.
Il recupero dell’acqua piovana si pone come una soluzione all’imminente crisi idrica. I sistemi per il recupero dell’acqua piovano sono relativamente poco costosi e l’intero principio può godere di un’alta efficienza, l’unico limite è imposto dalla capacità del serbatoio di stoccaggio e dalla superficie di raccolta.
In commercio esistono una gran varietà di serbatoi: da quelli interrati a quelli a forma di ancora da collocare vicino alle pareti di casa, in prossimità della grondaia. Quando si vuole sfruttare una grondaia per il recupero dell’acqua piovana, bisogna tenere in considerazione alcuni fattori:
-fattori ostruttori
-fattori distruttori
Gli alberi, con semi e foglie possono ostruire il sistema di convoglio delle grondaie mentre le radici dell’albero rischiano di danneggiare sia le fondazioni, sia il rivestimento del serbatoio interrato causando crepe e perdite. Una seconda considerazione va fatta tenendo presente il tipo di terreno: meglio interrare il serbatoio nei pressi di un terreno roccioso, duro o compatto. Un terreno duro tenderà a limitare i danni di eventuali crepe limitando al minimo le perdite. Un terreno roccioso può addirittura restringere le crepe, al contrario, un terreno soffice può espanderle.
Un sistema di recupero dell’acqua piovana massimizza la sua efficacia nelle zone in cui la quantità di precipitazione è compresa tra i 100 e i 500 mm per anno. Uno studio condotto dall’olandese CIR (Centro Internazionale di Ricerca, Olanda) ha concluso che la raccolta dell’acqua piovana è più economica e conveniente dove le precipitazioni sono comprese tra i 100 e i 500 mm per anno. Se la quantità di precipitazioni supera i 500 mm, i costi per gli impianti e la manutenzione legata al recuperosupereranno i benefici, così come se la quantità di precipitazione è inferiore ai 100 mm, i vantaggi non potrebbero coprire i costi in tempi ragionevoli.
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