La copertura di un fabbricato è costituita da superfici inclinate (falde o spioventi) appoggiate alle strutture portanti dell’edificio e disposte in modo da assicurare il deflusso delle acque pluviali verso i punti di raccolta della grondaia.
Geometricamente la copertura, è formata da una o più superfici molto spesso piane, dette falde o spioventi, di regola corrispondenti ai diversi lati della pianta del fabbricato sottostante, ma spesso anche richieste dalla particolare conformazione architettonica della copertura stessa.
Quando la copertura è composta da più falde, queste possono essere disposte in modo da intersecarsi secondo spigoli sporgenti, o rientranti, ai quali si danno rispettivamente i nomi di linea di displuvio e di compluvio (le acque pluviali si allontanano dalla prima e confluiscono nella seconda).
Nella copertura a due spioventi simmetrici la linea di displuvio, detta di colmo, si presenta orizzontale. In ogni altro caso le linee di compluvio o di displuvio risultano variamente inclinate.
Il manto di copertura del tetto è costituito di elementi di varia materia: legno, pietra, laterizi, lastre metalliche o di altro materiale (eternit, ondulit, ecc.), ciascuno dei quali è disposto in modo da appoggiarsi e sovrapporsi in parte a quello sottostante.
Il manto è poi sostenuto da strutture portanti che possono essere continue, come volte o solai inclinati, ma anche costituite da travicelli di legno, ferro o cemento armato, formanti un’orditura leggera, sulla quale sono disposti gli elementi del manto.
L’orditura leggera (piccola orditura) è a sua volta sostenuta di regola da un’orditura pesante di maggiore importanza statica (grossa orditura), costituita da falsi puntoni o arcarecci, spesso disposti su capriate o incavallature opportunamente distribuite secondo le esigenze costruttive della copertura; queste dipendono soprattutto dalla conformazione della copertura, dalla quale prendono il nome vari tipi di tetto:
-copertura a capanna si suole chiamare quello a due falde simmetriche;
-copertura a padiglione, quello composto da tante falde quanti sono i lati del perimetro dell’edificio.
L’inclinazione delle falde è diversa, sia in relazione all’entità delle precipitazioni atmosferiche, sia in relazione al materiale di cui è costituito il manto e alle sue caratteristiche di impermeabilità all’acqua. Per quanto riguarda il primo dei fattori sopra menzionati, la pendenza adottata in Italia è del 25-30% sull’orizzontale, salvo nelle zone a forti precipitazioni nevose, dove si può giungere a pendenze del 60%.
Tra le strutture portanti delle coperture, quella di cemento armato è oggi la più comunemente usata; quella di legno, di tipo tradizionale, è invece impiegata soltanto per piccoli edifici in muratura, mentre quella d’acciaio si usa soprattutto in edifici di tipo industriale o in edifici di altro tipo a struttura portante metallica.
Per le varie parti strutturali delle coperture continua a essere usata la nomenclatura tradizionale legata all’orditura lignea, anche se, almeno in parte, i vari elementi sono andati modificandosi in relazione ai diversi materiali usati. Così, si fa ancora la distinzione tra grossa orditura alla lombarda e quella alla piemontese, intendendosi nel primo caso l’insieme di travi, disposte orizzontalmente e parallele alle murature perimetrali del fabbricato, chiamate arcarecci o terzere o correnti; nel secondo caso l’insieme delle travi inclinate disposte secondo le linee di massima pendenza delle falde e perpendicolari alle murature perimetrali del fabbricato, dette falsi puntoni.
I due tipi di grossa orditura sono legati al modo di disporre le murature portanti interne; nell’orditura alla lombarda infatti si presuppone la presenza di muri interni trasversali foggiati in alto a timpano sui quali si appoggiano gli arcarecci, mentre l’orditura alla piemontese presuppone la disposizione di un muro interno (di spina) parallelo ai muri perimetrali ma più alto di questi in modo da potervi appoggiare i falsi puntoni.
Quando non si disponga di muri portanti interni, o questi siano in posizione non facilmente utilizzabile per l’appoggio della grossa orditura, allora si fa uso di capriate, che prendono il posto delle murature.
La piccola orditura è costituita da elementi strutturali di minor mole (murali, listelli, travicelli, correntini, nel caso di struttura lignea) che si appoggiano a quelli della grossa orditura a interasse molto minore e comunque tale da poter consentire un appoggio per gli elementi del manto (tegole o lastre).
Nelle coperture di cemento armato gli arcarecci o falsi puntoni sono sostituiti dai travetti di solai misti; anche in questo caso tuttavia i travetti possono essere disposti sia parallelamente sia perpendicolarmente alle travi perimetrali del fabbricato, ripetendo le due tipiche orditure suddette. La differenza sostanziale consiste nella mancanza completa della piccola orditura, che in questo caso è costituita dalla struttura continua del solaio su cui si appoggia direttamente il manto di copertura.
Nelle coperture d’acciaio gli elementi della grossa orditura sono, come disposizione, analoghi a quelli di legno; in questo caso tuttavia si ha una preferenza spiccata per l’orditura alla lombarda su capriate d’acciaio; la piccola orditura è spesso mancante nel caso che il manto sia eseguito con lamiere grecate autoportanti su luci fino a 2 m e oltre.